“La strage di Bologna” – Paolo Morando

Il primo febbraio 2023 Arci e Arciragazzi Bolzano hanno organizzato, in collaborazione con ANPI, la presentazione del libro del giornalista Paolo Morando, La Strage di Bologna – Bellini, i Nar, i Mandanti e un perdono tradito. 

L’incontro realizzato nell’ambito del progetto Anni di Piombo”, con la partecipazione di Sonia Zanotti(*) è stata l’occasione per ripercorrere le vicende giudiziarie, emerse nel corso dei processi Cavallini, Bellini e ai Mandanti della strage, che stanno contribuendo a far luce sulla verità dei fatti del 2 agosto 1980 a Bologna.

Paolo Morando, giornalista e scrittore, si è occupato negli ultimi anni del periodo della strategia della tensione, cercando di fare luce su alcuni episodi non sempre noti all’opinione pubblica.

Attraverso la presentazione del libro La Strage di Bologna – Bellini, i Nar, i Mandanti e un perdono tradito, è stato possibile ripercorrere i principali fatti e inquadrare i protagonisti della strage più sanguinosa compiuta in Italia “in tempo di pace”. Le ultime inchieste, infatti, hanno consentito di smontare il mito dello “spontaneismo armato” dei NAR, gruppo armato di estrema destra che è stato, a torto, ritenuto non collegato alle trame eversive neofasciste dei primi anni ’70. La sentenza Cavallini e il processo a Paolo Bellini (che ha subìto una condanna all’ergastolo in primo grado, ma di cui si stanno ancora attendendo le motivazioni della sentenza) ci raccontano una storia molto diversa, in cui i contatti con apparati “infedeli” dello Stato e con gli esponenti della loggia massonica P2 appaiono strutturaliorganici alla realizzazione della strage. In questo contesto sono emerse alcune strane coincidenze, come la presenza di un covo dei NAR in via Gradoli a Roma – luogo reso famoso dal rapimento di Aldo Moro – in un condominio di proprietà del SISDE (l’allora servizio segreto civile) insieme ad una serie di documenti rilevanti, processualmente legati a Licio Gelli: il documento “Bologna” e il documento “Artigli”. Questo materiale, emerso soprattutto nel corso dell’ultimo procedimento penale, mette al centro il ruolo dei mandati della Strage; in particolare dello stesso Licio Gelli, del banchiere Ortolani, del giornalista e deputato missino Mario Tedeschi e del direttore dell’Ufficio affari riservati del Ministero degli Interni Federico Umberto D’Amato, che non possono essere imputati in questo processo in quanto deceduti da tempo.

Il contributo di Paolo Morando è prezioso anche per provare a delineare la storia dei depistaggi, organizzati da apparati dello Stato e dalla P2 (i vertici dei servizi sono stati condannati con sentenza passata in giudicato), che hanno contraddistinto tutta la vicenda processuale e che sono stati posti in essere già nella fase precedente e concomitante con l’accadimento dei tragici fatti di Bologna, contribuendo ad inquinare le indagini per lungo tempo.

Merito di questo libro è anche quello di aver rimesso al centro del dibattito il lavoro del giudice Mario Amato, ucciso dai NAR nel giugno del 1980, che per primo aveva cercato di fare chiarezza sui movimenti “spontaneisti” della destra eversiva alla fine degli anni ’70 e di aver ricostruito, nella seconda parte del volume, la vicenda di Mauro Di Vittorio, e del tentativo della sorella Anna e del marito Gian Carlo Calidori di intraprendere la via del perdono e della riconciliazione, scelta strumentalizzata dagli esponenti dei NAR condannati con sentenza definitiva della strage del 2 agosto 1980.

L’incontro è stato concluso da una riflessione di Cinzia Venturoli, docente di UniBo che si occupa del rapporto fra storia e memoria, sull’importanza ancora oggi dopo  più di quarant’anni dalla strage, di lavorare per la verità e la giustizia, fermando i tentativi di riscrivere la storia travisando i fatti.

(* Sonia Zanotti è vicepresidente dell’Associazione fra i familiari delle Vittime della strage del 2 agosto 1980 e vicepresidente di Arci Bolzano/Bozen)

di Sergio Bonagura


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