Diario dei Campi della Legalità 2022

CAMPO 1

GIORNO 1

La sera del 13 luglio siamo partiti da Verona e, dopo un lungo viaggio, siamo arrivati a Corleone attorno all’una. Qui ci ha prontamente accolto Calogero, il quale, nonostante l’ora, ci ha calorosamente introdotti in Casa Caponnetto.
La mattina, verso le 9, abbiamo cominciato a lavorare in un campo di viti situato poco fuori dalla città. Grazie ad un caldo più che sopportabile e ad un’ottima compagnia, è subito giunta l’ora di mangiare. Siamo quindi rientrati verso casa, dove Maria ci ha preparato un pranzo coi fiocchi.
Nel pomeriggio abbiamo visitato Corleone accompagnati da Marilena Bagarella, la quale ci ha fatto visitare il centro della città e il Laboratorio della Legalità. Marilena ci ha portato la sua testimonianza e ci ha permesso di comprendere come la mafia sia tutt’altro che un fenomeno del passato, relegato ai libri e ai film.
Verso sera siamo rientrati a casa e, dopo cena, abbiamo visto un documentario sul bandito Giuliano, che ci ha fatto comprendere l’ambiguità del personaggio e della storia che si ritiene abbia portato alla sua morte.
Coricati nei nostri letti, pieni di pensieri ma anche con tanta curiosità e voglia di nuove avventure, ci siamo presto addormentati.
GIORNO 2

Il secondo giorno di attività ci ha subito riportati al nostro vigneto.
Mentre lavoravano nel campo, Salvatore ci ha portato il buonumore e in questo modo ha alleggerito la nostra fatica.
Nel pomeriggio abbiamo avuto il piacere di collegarci a distanza con Riccardo Orioles, giornalista collaboratore di Pippo Fava per il giornale catanese “I Siciliani”. Siamo rimasti colpiti dalla sua vicinanza al mondo dei giovani e dalle sue parole di incoraggiamento e speranza nei confronti dell’antimafia siciliana.
Abbiamo concluso il pomeriggio con la testimonianza di Calogero Parisi, presidente della Cooperativa Lavoro e Non Solo che ci sta ospitando nel nostro soggiorno corleonese. Il suo racconto, schietto e senza giri di parole, ha aggiunto un ulteriore punto di vista sulla situazione attuale.
GIORNO 3

Oggi la sveglia è suonata presto: alle 7 siamo andati a far colazione. Dell’ottimo caffè ci ha aiutato nel risveglio, e in pochi minuti siamo poi giunti nei campi a lavorare.
Alle 11.30 abbiamo terminato il nostro compito e ci siamo diretti a Borgo Schirò. Questo luogo prende il nome da un giovane bersagliere morto in una rissa nel 1920, nel pieno periodo del biennio rosso. Il fascismo, tramite una falsificazione storica, si è impadronito del ricordo di Schirò, cercando di mitizzarlo nell’ottica di creare un eroe morto per la causa.
Dopo il pranzo e un breve riposo, nel pomeriggio siamo giunti a Portella della Ginestra. Qui abbiamo avuto la fortuna di assistere alla testimonianza diretta di Serafino, uno degli ultimi sopravvissuti alla strage del primo maggio del 1947 ad opera del bandito Giuliano.
Accasati, siamo andati a cena. Dopodiché siamo usciti in centro a Corleone per festeggiare il compleanno di Cristian, nostro compagno di viaggio.
GIORNI 4 e 5
In seguito alla rilassante domenica al mare, ci siamo trovati oggi per riprendere le attività.
Dopo aver lavorato nei campi in mattinata, siamo tornati a casa per riprenderci con il favoloso pranzo di Maria.
Subito dopo aver mangiato abbiamo svolto la restituzione di metà campo, nella quale ci siamo confrontati sull’andamento della settimana.
Nel pomeriggio abbiamo guardato il film “I cento passi” sulla vita di Peppino Impastato; a cui è seguita un’intensa discussione di gruppo sulla sua figura e sui suoi ideali.
Pieni di brio e immersi nelle riflessioni, abbiamo cenato in compagnia scivolando lentamente nella serata.
GIORNO 6

Oggi ci siamo recati a Palermo.
La nostra prima tappa è stata via D’Amelio. Abbiamo potuto vedere il luogo della strage in cui persero la vita il giudice Paolo Borsellino e la sua scorta, in occasione del trentennale che ricorre proprio quest’anno. Via D’Amelio era gremita di bambini e ragazzi, che le hanno dato colore e speranza e ci hanno fatto sentire il senso della nostra esperienza: quello della giustizia e della legalità. Abbiamo avuto il piacere e l’onore di incontrare il magistrato Teresi, che ci ha incoraggiato a proseguire su questa strada.
Ci siamo poi recati in altri luoghi che hanno segnato la storia di Palermo, dove sono stati uccisi altri uomini impegnati nell’antimafia, come Boris Giuliano, Rocco Chinnici e Piersanti Mattarella. Dopo un abbondante pranzo tipico siciliano, e sempre accompagnati dal sole cocente, nel pomeriggio abbiamo passeggiato per la città. Con alle nostre spalle la meravigliosa Cattedrale, siamo tornati a Casa Caponnetto.

GIORNO 7

Ieri mattina, dopo aver fatto colazione, ci siamo recati nella piazza centrale di Corleone, dove è posto il busto di Bernardino Verro, ex sindaco della città che fu assassinato dalla mafia per via delle sue politiche contro la cosca locale. Qui abbiamo avuto modo di creare degli haiku – un componimento poetico nato in Giappone – per provare a raccontare le sensazioni che ognuno di noi ha sperimentato durante le giornate passate.
Una volta pranzato, siamo partiti per Cinisi, città natale di Peppino Impastato, fra i maggiori esponenti dell’antimafia, nonché attivista di molti altri temi sociali, che fu assassinato da un gruppo di sicari inviati dal boss mafioso Badalamenti. Quando siamo arrivati abbiamo visitato la casa di Peppino, che fin da subito ci ha stupiti per il numeroso materiale raccolto e l’accuratezza fra il film e la realtà storica. Finita la visita abbiamo poi percorso i famosi “cento passi”, seguendo un percorso contrassegnato da mattonelle che riportano disegni e frasi enunciate dai maggiori esponenti della lotta alla mafia.
Terminato il percorso abbiamo preso un ottimo gelato e siamo ritornati a Casa Caponnetto in compagnia di un tramonto da capogiro.

GIORNO 8

Con entusiasmo e un pizzico di malinconia ci siamo svegliati per l’ultimo giorno nei campi. Con la consapevolezza di aver concluso una esperienza carica di valore e significato nel pomeriggio abbiamo scelto di dare il via ad un progetto di restituzione che ci terrà impegnati nei prossimi mesi per cercare di condividere questa iniziativa nelle scuole.

ULTIMO GIORNO

La giornata di ieri è stata l’ultima che abbiamo passato tutti e tutte assieme a Corleone.
Durante la mattina ci siamo quindi riuniti, per confrontarci e parlare dei punti di forza e di debolezza di questo progetto e per cercare di capire come ci siamo sentiti nel condividere un’esperienza così forte. Ci siamo chiesti quale è stato il suo impatto su di noi e su come questo possa essere trasmesso agli altri e fatto durare nella nostra quotidianità, meno totalizzante rispetto ai dieci giorni passati a stretto contatto, impegnandoci e imparando gli uni dagli altri.
Abbiamo poi pulito la nostra Casa e salutato le persone della Cooperativa Lavoro e non solo che ci hanno aperto le loro porte e il loro cuore: Calogero, Maria e Salvatore.
Dopo esserci gustati un ultimo pranzo delizioso, siamo quindi partiti alla volta di Palermo, dove abbiamo preso l’aereo che ci ha riportati – malinconici ma felici – di nuovo a casa.

CAMPO 2

GIORNO 1

Il nostro viaggio inizia all’alba del 26 luglio all’aeroporto di Verona con destinazione Casa Caponnetto.
Dopo il lungo viaggio e un abbondante pranzo preparato dalla nostra Maria ci siamo diretti verso il primo dei numerosi incontri previsti. Ad accompagnarci nel racconto di Corleone e dei corleonesi è stata Marilena Bagarella, la quale da molto tempo con passione e perseveranza, si occupa di legalità e antimafia, riscontrando negli anni alcune difficoltà, ma anche un appoggio dalla comunità. Marilena ci ha raccontato quanto sia importante la nostra presenza qui, nonostante il diverso contesto da cui veniamo.
Dopo una bella camminata alla scoperta di Corleone, ci ha raccontato non solo le ombre della storia corleonese ma anche i personaggi che le hanno contrastate, come Placido Rizzotto e Bernardino Verro, e ci ha accompagnati alla Bottega della Legalità.
Il nostro incontro con Marilena si è concluso con molta speranza per il futuro dei giovani – ma non solo – che abitano questa terra, affinché possano renderle giustizia.

GIORNO 2

​Il nostro secondo giorno ci ha portati per la prima volta nei campi in cui lavoreremo nei prossimi giorni. Due risate e i canti in coro ci hanno alleggerito il caldo e la fatica.
Prima di tornare a Casa Caponnetto abbiamo fatto una tappa a Borgo Schirò, uno dei tanti insediamenti rurali progettati in epoca fascista ormai abbandonati. La sua funzione era quella di evitare l’esodo rurale e il conseguente abbandono dei campi. Alla fine del regime fascista il borgo fu lasciato al proprio decadimento diventando un insieme di rovine.
Nel pomeriggio abbiamo visitato il CIDMA (Centro Internazionale di Documentazione sulla Mafia e del movimento Antimafia) dove una giovane guida corleonese ci ha coinvolti, non solo con la semplice narrazione dei fatti, ma anche con il suo appello alle nuove generazioni di continuare l’impegno antimafia, nella visita all’archivio. Lì abbiamo potuto vedere alcuni documenti originali del maxiprocesso e diverse foto di Letizia e Shobha Battaglia, famose per essere riuscite a fotografare il patimento della comunità in contrasto con la ricchezza e il potere accumulato dalle famiglie mafiose.
Tornati a Casa Caponnetto ci siamo concessi un ottimo cannolo e del meritato riposo.

GIORNO 3​

Il nostro terzo giorno a Corleone ha avuto inizio nei campi confiscati alla mafia, dove abbiamo ripreso il lavoro di ieri nelle vigne. Comprendere come il nostro lavoro nei campi sia di grande aiuto per la cooperativa Lavoro e non solo ci rende molto soddisfatti e fa sentire anche noi parte di una lotta che deve essere portata avanti collettivamente e quotidianamente.
Nel pomeriggio a Casa Caponnetto, Calogero Parisi, presidente della Cooperativa, ci ha spiegato la storia ed il lavoro che da anni viene portato avanti nonostante le difficoltà.
Dopo cena abbiamo avuto un momento di formazione e approfondimento sulla la strage di Portella della Ginestra, che visiteremo nei prossimi giorni.

GIORNO 4

Palermo. La nostra prima tappa è stata al Centro Studi Paolo e Rita Borsellino. Francesca Grasta ci ha raccontato di Paolo Borsellino come magistrato ma soprattutto come uomo. Ci ha raccontato dell’impegno di Rita Borsellino, di come è nato il Centro Studi e delle attività che vi si svolgono. Abbiamo assaggiato le olive dell’Ulivo della pace di via d’Amelio, posto in memoria di Paolo Borsellino e della sua scorta: Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina ed Emanuela Loi.
Con base a Moltivolti, Malik ci ha guidati per la Vucciria e Ballaró, in un giro “con i suoi occhi”, attraverso i suoi luoghi del cuore. Tra le bancarelle, i colori, i rumori e gli odori della Vucciria abbiamo assaggiato i piatti più tradizionali e squisiti della Sicilia, tra cui la famosa e buonissima arancina.
Nel pomeriggio abbiamo visitato Palazzo Chiaromonte (Steri), che è stato carcere dell’Inquisizione. Abbiamo visto i graffiti dei prigionieri – urla senza suono – come testimonianza delle loro storie.

GIORNO 5

La mattina abbiamo proseguito il lavoro di potatura delle vigne iniziato nella giornata di ieri.
Nel pomeriggio siamo andati a Piana degli Albanesi dove si trova Portella della Ginestra, luogo in cui, il Primo Maggio 1947, è avvenuta una strage per mano del bandito Giuliano. La mafia locale, nel contesto delle lotte sociali per le riforme agrarie, ordinò di spezzare il movimento contadino di Piana, storica culla delle lotte contadine contro il latifondo mafioso dai tempi dei Fasci siciliani dei lavoratori.
A Portella abbiamo avuto l’onore di incontrare il compagno Serafino Petta, sopravvissuto alla strage e testimone diretto, e Francesco Petrotta, studioso della strage di Portella della Ginestra e del movimento contadino e sindacale a Piana degli Albanesi.
È stato toccante vedere la commozione nel volto di Serafino, che, nonostante quanto accaduto, non ha mai smesso di lottare, portando la sua testimonianza a molti altri ragazzi come noi.
Uno dei partecipanti, dopo l’incontro con Serafino ci ha regalato un pensiero in versi:1 maggio

Grande era il prato
Il sole ardeva in alto
Il vento soffiava allegro con gli uomini
I bambini giocavano fra loro
Le donne parlavano fra loro
Gli uomini parlavano fra loro
Nel centro del prato vi era un palco
Un uomo si erse tra la folla, salì sul palco
Un rombo assordante e lontano
Iniziò una pioggia di piombo, era insistente
Il sangue scorreva a fiumi bagnandone la terra
Le urla facevano gelare il sangue nelle vene
I pianti erano il triste suono
Davanti ad uno spettacolo orrendo
Famiglie distrutte si salutano un’ultima volta in un abbraccio freddo.

Parole di pietra sono ciò che rimane
1 maggio 1947

GIORNO 6

Giornata di relax al mare a Balestrate! Siamo arrivati la mattina presto e abbiamo fatto base sotto la pineta di eucalipti. Dopo i bagni, tuffi e giochi in spiaggia, abbiamo mangiato i panini con la salsiccia grigliata da Maria.
Dopo pranzo abbiamo fatto un intenso e ricco feedback intermedio, durante il quale sono emerse molte considerazioni significative.
Ritornati a Corleone a Casa Caponnetto, Maria ci ha preparato una delle sue cenette deliziose!
La giornata al mare è stata un bel momento di relax e di valutazione del percorso finora realizzato.

GIORNO 7

La nostra giornata inizia come sempre con il lavoro nei campi sotto sole di Corleone. Piano piano i frutti del nostro lavoro iniziano a farsi vedere. “Insieme si può fare tanto” ha detto un compagno di progetto guardando a fine giornata i filari delle vigne che abbiamo potato e pulito.
Dopo un pranzo delizioso preparato dalla nostra Maria, abbiamo guardato insieme il film “I cento passi” per prepararci all’incontro a Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato.
Arrivati a Cinisi nel tardo pomeriggio abbiamo avuto l’opportunità di conoscere la storia di Peppino e di Casa Memoria, fortemente voluta da sua madre Felicia. “Lei ha rotto le regole della mafia” – ci racconta la nostra guida. “Ha rifiutato la vendetta per spezzare la catena di violenza e ha aperto le porte di casa per raccontare la storia di Peppino”.
La mafia si combatte con la cultura, non con la pistola (Felicia Impastato).
Dopo la visita abbiamo percorso i “Cento passi” che separano Casa Memoria, dalla casa del boss mafioso Tano Badalamenti, mandante dell’assassinio di Peppino il 9 maggio 1978.
Abbiamo concluso la giornata a Cinisi mangiando ottimamente e in un ambiente accogliente in tutti i sensi, nella pizzeria del fratello di Peppino, Giovanni Impastato.

GIORNO 8

Oggi ci siamo svegliati per l’ultimo giorno di lavoro nei campi confiscati alla mafia: dopo una mattinata intensa passata a finire le ultime file di vite da potare, con un po’ di malinconia salutiamo i terreni che ci hanno ospitati durante questa settimana di lavoro nei campi, sapendo però che in molti di noi ritorneranno qui l’anno prossimo!
Dopo il ritorno a Casa Caponnetto, accompagnato dall’ultimo dei deliziosi pranzi di Maria, decidiamo di prenderci un momento di rielaborazione finale in cui ragionare sulla bellezza che ognuno di noi può aggiungere al proprio contesto quotidiano.
Ispirati dalle persone e dai luoghi che abbiamo avuto modo di conoscere grazie a questa esperienza, concludiamo il nostro incontro con un sentimento comune, ovvero che Casa Caponnetto e il lavoro nei campi siamo il punto di partenza di questa esperienza formativa e non quello di arrivo, e che la cultura sia l’arma più potente che abbiamo per combattere e contrastare ogni tipo di degrado, di disuguaglianza e di ingiustizia.

GIORNO 9

Concludiamo la nostra settimana a Casa Caponnetto salutando Calogero, Maria, Salvatore, Franco e Vito che ci hanno accolti ed ospitati ma soprattutto ci hanno regalato un’esperienza formativa che ha permesso di conoscere meglio un contesto molto diverso dal nostro.
Salendo sul pullman, che ci porterà all’aeroporto Falcone e Borsellino di Palermo per riportarci a casa, diamo il nostro arrivederci a Casa Caponnetto e a Corleone, fiduciosi di essere di nuovo qui l’anno prossimo.
Arrivati a Bolzano ci salutiamo speranzosi di continuare assieme il nostro percorso iniziato a Corleone.


Il Progetto Campi della Legalità 2023

Per chi?

Un’iniziativa per giovani tra i 16 e i 25 anni.

Obiettivo del progetto:

Diffondere una cultura fondata sulla legalità democratica e sulla giustizia sociale, che possa efficacemente contrapporsi alla cultura della violenza, del privilegio e del ricatto.

Le attività:

Venti giovani altoatesini e trentini potranno vivere un’esperienza nei beni confiscati alla mafia a Corleone e gestiti dalla cooperativa “Lavoro e non solo”: circa 150 ettari tra Corleone, Monreale e Canicattì che producono tramite metodo biologico legami, pasta, olio, passata di pomodoro ed uva. Per i giovani che vi partecipano sono un’occasione per sperimentarsi in azioni concrete contro l’illegalità.

I partecipanti alloggeranno a Casa Caponnetto, edificio adibito ad ostello e confiscato nei primi anni del duemila ai fratelli Grizzaffi, nipoti di Salvatore Riina.

I partecipanti saranno coinvolti in attività formative, incontri con personalità impegnate nella lotta alla mafia e visite alla scoperta del territorio, a Cinisi (Palermo) alla casa di Peppino Impastato, il giornalista e attivista siciliano noto per le sue denunce contro Cosa Nostra, a Portella della Ginestra, luogo della strage del primo maggio 1947, e a Palermo.

Al ritorno i giovani che hanno preso parte ai Campi, saranno chiamati a restituire alla cittadinanza la loro esperienza anche tramite apposite iniziative.

Prima della partenza:

Prima della partenza i giovani parteciperanno a un percorso di formazione per conoscere la storia della mafia e dell’antimafia siciliana, attraverso tre laboratori e il manuale “Appunti di antimafia”, approntato dall’associazione.

Costo:

Per la partecipazione si richiede ai partecipanti un contributo di 130 euro.

Per informazioni:

Scrivi a arciragazzi@arci.bz.it oppure chiama il 0471.323655 la mattina dalle 9.30 alle 11.30.

Per sapere di più sul progetto guarda la pagina dedicata 
Ti aspettiamo!
di Ana Andros


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