Ultima Fermata Srebrenica 2021: Ecco come è andata!

Il nostro viaggio in ex Jugoslavia, ecco come è andata!

Liubljana

Il nostro viaggio è iniziato a Ljubljana, capitale della Slovenia. Il primo incontro si è svolto presso l’Inštitut za novejšo zgodovino, con la ricercatrice presso l’Istituto per la Storia contemporanea di Lubiana, Nevenka Troha. Con lei abbiamo affrontato il tema dei rapporti italo-sloveni tra le due guerre mondiali, ripercorrendo la storia dell’Alto Adriatico dalla fine del Primo conflitto mondiale al fascismo di confine, passando per l’occupazione italiana della Jugoslavia e dalla resistenza partigiana, fino ad arrivare alla guerra degli anni Novanta. Nel pomeriggio abbiamo seguito Alan, la nostra guida, alla scoperta di Ljubljana partendo da uno dei tre bunker rimasti, come segno della memoria del recinto di filo spinato costruito dagli italiani nel 1942 intorno alla città per tagliarla fuori dai collegamenti con la resistenza partigiana.

Zagabria

La nostra seconda tappa è stata Zagabria, capitale della Croazia, dove abbiamo incontrato Alice e Tena dell’associazione Documenta Zagreb. L’obiettivo principale di questa realtà è quello di creare un dialogo tra le varie parti coinvolte nella guerra dell’ex Jugoslavia attraverso le sue attività di “dealing with the past“, concentrandosi in particolare sui crimini di guerra e sulla violazione dei diritti umani avvenute in Croazia negli anni Novanta.

Abbiamo avuto l’opportunità di scoprire la capitale croata con un percorso guidato. Accompagnati da Kristina, di Free Spirit Tours, abbiamo attraversato luoghi simbolo della città, analizzando i momenti principali che hanno portato alla guerra degli anni Novanta.

Il gruppo con Free Spirits

Vukovar 

L’ultima tappa del viaggio è stata Vukovar, sulle rive del Danubio al confine con la Serbia.  Prima di arrivare a destinazione abbiamo avuto modo di visitare lo Spomenik jugoslavo di Podgarić e il Complesso Memoriale di Jasenovac.

Con i suoi 10 metri di altezza e 20 di larghezza il “Monumento alla Rivoluzione del Popolo della Moslavina” di Podgarić, è stato commissionato da Tito. Terminato nel 1967, è un esempio di monumento brutalista eretto per ricordare la resistenza partigiana e per essere un luogo di memoria, ma anche di educazione civica e di rappresentanza dei valori dell’antifascismo. Abbiamo inoltre avuto modo di vedere concretamente come la narrazione “a più strati” di un evento possa influenzare la memoria collettiva di un’intera comunità.

Monumento alla Rivoluzione del Popolo della Moslavina di Podgarić

 

Il Complesso Memoriale di Jasenovac invece, sorto nel luogo in cui si trovava il complesso concentrazionario più grande e violento creato dallo Stato Indipendente di Croazia, NDH, Ustaša – appoggiato dall’Italia fascista e dalla Germania nazista dal 1941 al 1945 – fu il luogo dove persero la vita decine di migliaia di ebrei, serbi, rom, mussulmani e antifascisti oppositori del regime.

Memoriale del campo di concentramento di Jasenovac

 

A Vukovar abbiamo visitato Il Memoriale dell’ospedale della città, importante luogo di memoria collettiva e simbolo delle atrocità dell’assedio durato 87 giorni di cui quest’anno ricorre il trentennale. Alla caduta della città, il 18 novembre 1991, 267 persone vennero rastrellate dall’ospedale e poi deportate alla Ovčara, fattoria dove vennero torturate, liquidate e gettate in una fossa comune e dove oggi sorge il memoriale a loro dedicato.

Il Memoriale dell’ospedale di Vukovar

Abbiamo poi proseguito con la visita al Vukovarski Vodotoranj – La Torre dell’acqua di Vukovar – bersagliata dell’esercito jugoslavo, per via della sua bandiera nazionale sempre alzata come simbolo di resistenza. Oggi musealizzata, porta ancora i segni dei numerosissimi bombardamenti subiti.

Torre d’acqua di Vukovar

Nel pomeriggio abbiamo conosciuto Dijana e Aleksandar di Europski Dom Vukovar, un’associazione che si occupa di consolidare la pace e il dialogo fra i giovani della città che collabora con numerose altre realtà balcaniche ed europee con l’obiettivo di riconciliare pacificamente rapporti, storie e memorie sul territorio.

Il ritorno e il confronto

Al termine del viaggio, abbiamo ripreso i punti fondamentali della nostra esperienza, provando a chiarire i nostri dubbi e a far luce sui temi principali di quella che è stata la guerra in ex-Jugoslavia.

Ragionando inizialmente a gruppi e poi tutti insieme ci siamo confrontati sulla complessità del territorio che abbiamo attraversato durante la settimana, ricercando le cause di questa guerra, nascoste in meccanismi tanto articolati quanto indispensabili alla sua comprensione, quali per esempio il crollo dell’identità e dell’ideologia jugoslava in un contesto di crisi economica e di valori globale, incarnate da Tito fino alla sua morte, e l’emergere dei diversi nazionalismi e delle rivendicazioni territoriali.

Lasciamo Vukovar e la Croazia per tornare a casa, senza però dimenticarci di quello che abbiamo esperito in questo viaggio e di quello che possiamo continuare a conoscere una volta tornati.

 

(Testo di: Ana Andros, Miruna Andrei, Lucia Di Michele)

A breve la Croazia ricorderà i 30 anni della caduta della città di Vukovar – primo assedio di una città europea dopo la Seconda guerra mondiale – diventata il simbolo di quella che i croati chiamano la “guerra patriottica”, ovvero il conflitto degli anni Novanta. Per capire quanto questo episodio abbia profondamente segnato la costruzione identitaria croata leggi l’approfondimento di Ana Andros su salto.bz – Fakten und Meinungen, fatti e opinioni.


Il Progetto Ultima Fermata Srebrenica 2021 si è svolto dal 13 al 20 ottobre 2021 e ha visto coinvolti più di trenta giovani tra i 18 e i 35 anni del Trentino Alto Adige-Südtirol. Il progetto prevede un viaggio di conoscenza nei Balcani, in particolar modo in Bosnia Erzegovina. A causa delle misure restrittive legate al contenimento della pandemia da Covid-19, l’itinerario di quest’anno è cambiato e abbiamo visitato Slovenia e Croazia.
Per sapere di più sul progetto guarda la pagina dedicata 
Ti aspettiamo il prossimo anno!

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