#notonlyapples a Merano

#notonlyapples:  perché Merano non è solo campi di mele, ma è molto di più…

Nei mesi di gennaio e febbraio 2022, al Coworking della Memoria di Merano, si sono svolti cinque incontri sulla storia della città e sugli eventi importanti che hanno attraversato questo comune dell’Alto Adige. Gli incontri facevano parte del ciclo #notonlyapples, una rassegna nata da una semplice chiacchierata tra vecchie e nuove generazioni. Proprio durante queste ultime si è generato il desiderio di scoprire di più sul territorio che abitiamo. Un territorio che non può essere rappresentato solo dai campi e dagli alberi di mele…un territorio ricco di storia e aneddoti particolari.


Insediamenti romani nella città in riva al Passirio

Abbiamo iniziato l’11 gennaio con la scoperta degli insediamenti dell’età di ferro e dell’età romana, una serata a cura di Massimo Minniti, giovane laureato in Beni Culturali. Il pubblico ha avuto la possibilità di conoscere i beni archeologici rinvenuti nel Burgraviato nonché scoprire altre curiosità…

 

La conca meranese al tempo dei Tirolo

Dai romani, il 18 gennaio, abbiamo poi fatto un salto: l’epoca medievale. Massimo Leonardo Prandini, divulgatore di storia locale, ha accompagnato i partecipanti in un viaggio fatto di storia e arte, alla scoperta della conca di Merano nell’epoca dei Tirolo. Massimo ha illustrato in modo più che dettagliato i bellissimi affreschi e ornamenti architettonici presenti sul territorio meranese e ha giocato molto sui simbolismi medievali e il loro significato. 

Merano 400 anni fa…

Dai conti di Tirolo, il 1° febbraio, si è poi passati ad un’epoca un po’ meno rosea: il Seicento, a cura dello storico locale Alessandro Baccin, direttore dell’associazione Tangram. Questo periodo fu il più freddo della storia della città a causa della piccola era glaciale che investì il XVII secolo. Molti degli abitanti andarono a morire tra le file dei lanzichenecchi, soldati mercenari di fanteria, altri preferirono mangiare l’erba pur di sopravvivere. Nel ‘600 arrivò anche la peste che non fece nessuna distinzione tra ricchi e poveri e lasciò una regione con un terzo in meno degli abitanti. Alessandro ha raccontato quindi una Merano in cui era poco gratificante vivere.

Merano, luogo di cura e villeggiatura

Dall’epoca buia però, l’8 febbraio, il pubblico è, in seguito, riuscito a scoprire un’era in cui la vita è diventata più appagante e in cui Merano è passata dall’essere una Kuhstadt, ad essere una Kuhrstadt: l’Ottocento. Paul Rösch, già sindaco di Merano, nonché  direttore del Museo del Turismo presso il Castel Trauttmansdorff, ha illustrato la trasformazione che ha portato Merano da città di provincia a località di grande risonanza turistica europea. In questo secolo la città di Merano si espanse al di fuori delle sue mura su modelli urbanistici di derivazione viennese e salisburghese. Con i suoi eleganti edifici Jugendstil, Merano diventò un’attraente città turistica. Grazie alla sua stazione ferroviaria e alle diverse riviste scientifiche su Merano come città di cura, il Burgraviato ha  ospitato diversi turisti da vari paesi del mondo, pure dalle Americhe. 

Merano nel ‘900: dall’Impero Asburgico all’Italia Democratica

Il ciclo di incontri poi si è concluso con un focus sul Novecento che non è solo il secolo breve, definito così dallo storico Hobsbawm, ma anche un secolo di profondi cambiamenti che coinvolgono drammaticamente Merano. Pietro Fogale, storico locale, ha spiegato i cinque significativi cambi di indirizzo politico che hanno investito in pochi decenni la città. Ognuno di essi ha portato con sé una nuova idea della politica e della storia, ognuno di essi ha lasciato la propria impronta nella storia cittadina. Su questo breve periodo denso di momenti di passaggio abbiamo concentrato la nostra attenzione per cogliere la dinamica del mutamento storico. Dopo la Prima Guerra Mondiale, anche Merano venne annessa all’Italia e anche il Fascismo passò per la città. Nella Seconda Guerra Mondiale, a differenza di Bolzano, Merano centro non fu bombardata e fu considerata come zona adibita al ricovero dei malati di guerra. Dopo il settembre del 1943, la situazione iniziò a peggiorare e alcuni meranesi furono deportati verso i campi di sterminio del Terzo Reich. La guerra si concluse anche con un tragico fatto di sangue del 30 aprile 1945 in cui i militari tedeschi aprirono il fuoco su due cortei di persone che intendevano festeggiare la fine del conflitto. Otto persone restano uccise e molti furono feriti.


In conclusione…

Gli eventi del ciclo #notonlyapples sono stati molto interessanti e densi di spunti di riflessione. Con questi incontri, si è cercato di portare la cultura, la storia, la conoscenza, lo studio e la curiosità del luogo in cui abitiamo e trascorriamo le nostre vite.

Con il passaparola, i social media e gli articoli di giornale, le persone hanno saputo dell’esistenza della rassegna e, spinte dalla curiosità e dalla voglia di saperne di più, sono venute ad ascoltare e a conoscere la storia della propria città. Durante gli eventi non sono mancate domande, riflessioni, curiosità e dibattiti storici-teorici da parte del pubblico. 


#notonlyapples è stato quindi un nuovo modo di conoscere la propria città e le curiosità del luogo in cui trascorriamo le nostre vite.
Ti aspettiamo l’anno prossimo con una nuova edizione!

Se hai delle proposte sulle tematiche che ti piacerebbe venissero affrontate, contattaci!


#notonlyapples è stato organizzato dal Coworking della Memoria di Merano, in collaborazione con Arci Bolzano e il terzo evento in partenariato con il Tangram di Merano.


Testo dell’articolo di Miruna Andrei e Manfredi Minniti.

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Cultura

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