La Lezione Bosniaca – In viaggio con il Liceo “G. Pascoli”

In viaggio con la 4I e la 4P del Liceo Pascoli

Nel 2024, a 29 anni dal Genocidio di Srebrenica, Arci Bolzano ha deciso articolare un’iniziativa attorno alla  “Lezione bosniaca”. Le guerre jugoslavie degli anni ‘90 hanno segnato uno dei momenti più drammatici della fine del ‘900: il vecchio continente fu investito per oltre un quinquennio da un grave conflitto, caratterizzato da massacri, pulizie etniche, stupri di massa, e la pianificazione e realizzazione di un genocidio a danno della popolazione musulmana della Bosnia orientale rifugiata nella “Safe area” di Srebrenica. Per la prima volta dopo il secondo conflitto mondiale l’Europa fu teatro di rilevanti  lesioni della legalità internazionale che compresero gravi violazioni dei diritti umani e crimini di guerra. 

Per questa ragione si parla della  “Lezione bosniaca”, intesa come il punto più basso toccato dal genere umano dopo la Shoah e sempre per questa ragione abbiamo ritenuto che fosse un elemento importante in un percorso formativo per giovani anche del nostro territorio.

La “Lezione bosniaca” si è tradotta in un viaggio studio, che ha coinvolto le quarte I e P del Liceo Pascoli di Bolzano, che si è articolato in  quattro tappe fondamentali (Roma – Belgrado – Srebrenica – Sarajevo), con la logica di immergersi nei fatti degli anni ‘90, tenendo sempre presente l’attualità e gli effetti di quegli avvenimenti sulle dinamiche odierne.

Prima tappa  Roma, i diritti umani ed i Balcani.

La  prima tappa del viaggio è stata realizzata a Roma, dove sono stati organizzati tre incontri: il primo con la Commissioni diritti umani del Senato, il secondo con ARCS Culture Solidali, la NGO di Arci per la solidarietà internazionale, e l’ultimo con l’Ambasciatore Nicola Minasi, capo dell’Unità di crisi della Farnesina. Obiettivo di questa prima fase è stato esplorare sia dal punto di vista istituzionale che del terzo settore le forme di intervento internazionale, soprattutto nella logica di tutelare i diritti umani, prevedendo forme di intervento in caso di violazioni. Di particolare interesse l’incontro all’Unità di crisi con Nicola Minasi, che come ex Ambasciatore d’Italia a Sarajevo è stato in grado di fornire ai partecipanti un punto di vista personale e frutto dell’esperienza sulle problematiche aperte attualmente in Bosnia-Erzegovina e nei Balcani occidentali.

Seconda tappa:  Belgrado capire i Balcani (occidentali).

La seconda parte del progetto, con la tappa belgradese, ha dato la possibilità  di approfondire la storia della Jugoslavia – dalla formazione del 1945 alla dissoluzione degli anni ‘90  – la cultura e l’architettura. In questo quadro, attraverso le attività organizzate insieme all’ HLC (Humanitarian Law Center) di Belgrado, si è realizzato un approfondimento sulle dinamiche sottostanti alle guerre degli anni ’90 sia in Bosnia-Erzegovina che in Kosovo, fornendo alcuni degli elementi essenziali di comprensione delle motivazioni alla base del conflitto ed  iniziando ad entrare nella tematica dei conflitti di narrativa fra i “popoli costitutivi” della ex Jugoslavia.

Terza tappa:  Srebrenica – il fallimento della comunità internazionale.

Il momento fondamentale del percorso è stata la visita a Srebrenica. In questo quadro, attraverso la app Srebrenica 2.0 è stato possibile inquadrare i fatti che hanno portato alla seconda “caduta” della cittadina della Bosnia orientale, l’11 luglio 1995, e alla pianificazione e realizzazione del genocidio. Queste tematiche sono state approfondite con la visita al Centro Memoriale di Srebrenica, realizzato presso la ex base olandese dei caschi blu olandesi di Potocari  dedicato al fallimento della comunità internazionale, che ospita alcuni allestimenti permanenti che testimoniano i principali fatti del luglio del 1995, in particolare l’arrivo di una parte dei profughi alla base Onu (principalmente donne, vecchi e bambini), le condizioni di vita, lo sfollamento della base (la deportazione delle donne, le prime esecuzioni) la marcia della morte (gli uomini in fuga verso Tuzla, la caccia all’uomo, i bombardamenti alla colonna, i rastrellamenti, le esecuzioni di massa e le fosse comuni). Le tematiche sono state approfondite dal tre pannel tenuti di Azir Osmanovic (archivistica e ricerca di reperti), Edin Ikanovic (negazionismo del genocidio di Srebrenica) e Hasan Hasanovic (ritraumatizzazione e dinamiche della marcia della morte). L’esperienza si è conclusa con la visita al villaggio di Osmace, che fà parte della municipalità di Srebrenica, in cui  è stato possibile allargare lo sguardo su aspetti geografici e approfondire alcune storie personali come quella di Muhamed Avdic.   

Quarta tappa: Sarajevo – Ultima fermata.

Sarajevo, capitale della Bosnia-Erzegovina, è stata l’ultima tappa del viaggio. In questa città è stato possibile riconnettere la storia degli anni ’90, con la storia della Jugoslavia del ‘900 a partire dall’attentato al principe ereditario Franz Ferdinand che provocò lo scoppio del primo conflitto mondiale. 

In questo quadro sono state inserite nuove tessere al “mosaico” delle guerre jugoslave degli anni ’90, come la storia dei 44 mesi di assedio alla città, le forme di resistenza, i processi internazionali per i crimini di guerra e violazioni dei diritti umani. E’ stata inoltre l’occasione per riavvolgere il nastro del viaggio e fare una riflessione complessiva sul viaggio realizzato.

Conclusione

 La “Lezione bosniaca” è stata l’occasione per avvicinare un gruppo di studentesse e studenti alle guerre jugoslave degli Novanta. Come Arci riteniamo che la conoscenza dei fatti storici sia un punto di partenza importante se diventa il modo di produrre una riflessione attenta sull’attualità. Il tema dei diritti umani e della loro tutela, dopo il 1945, è il termine di paragone per definire il livello di civiltà di un paese. Le situazioni di negazione e privazione ci riguardano tutte e tutti. Come diceva Tom Benettollo (presidente di Arci nazionale dal 1997 al 2004) “Rassegnarsi al presente è il peggior modo di costruire il futuro.”

“La Lezione Bosniaca” progetto finanziato dal Ministero del Lavoro e Politiche sociali e dalla Provincia Autonoma di Bolzano” nell’ambito dell’art. 72 del Codice del Terzo Settore, avviso 2024. 

di Sergio Bonagura


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