La Filiera della Cittadinanza

L’ideazione di un filo rosso che collega vari progetti è un obiettivo che Arci ed Arciragazzi Bolzano perseguono da diversi anni.

Nel 2011 l’associazione ha realizzato il primo campo della legalità a Pentedattilo (RC) e nell’anno successivo il primo viaggio di memoria. È stato subito chiaro che ogni iniziativa aveva diverse potenzialità nel percorso di avvicinamento ed approfondimento delle tematiche legate alla cittadinanza, alla legalità ed alla memoria, e che solamente l’integrazione di diverse proposte progettuali poteva fornire un contributo determinante nel raggiungimento del nostro obbietto. Una tappa cruciale di questo processo è stata la nascita del progetto Ultima Fermata Srebrenica nel 2017, che ha fornito un elemento di riflessione ed approfondimento. Il ragionamento si può articolare in diversi nuclei tematici che proviamo ad esemplificare:

Le Iniziative di “filiera” non si limitano a fornire ai partecipanti conoscenze, strumenti e riflessioni su una singola tematica ma contribuiscono a far comprendere il “senso di sé strategico” ai partecipanti (percorso di grounding).

FILIERA

Nella nostra impostazione ogni progetto non è a sé stante ma rientra in una più ampia “filiera di cittadinanza” che combina tutte le iniziative che sul territorio si occupano di tematiche come storia, memoria, legalità, diritti umani ed impegno, a partire da quelle promosse direttamente da Arci. Sotto questo profilo, Promemoria_Auschwitz o i Campi della Legalità rappresentano un primo livello, mentre Ultima Fermata Srebrenica rappresenta un passaggio successivo, una sorta di approfondimento nel processo di formazione del cittadino. In questo quadro, la “filiera” fa riferimento ad una specifica concezione della cittadinanza attiva, che sostanzialmente definisce la visione che le nostre progettualità intendono realizzare.

CITTADINO ATTIVO

Le iniziative della “filiera della cittadinanza” presuppongono un concetto comune di “Cittadino/a attivo/a” definito “come la persona che è consapevole di essere parte di gruppi umani di grandezza e complessità variabili (famiglia, giro d’amicizie, comunità locale, ecc…), nei quali sa agire  con strumenti acquisiti e implementabili nel tempo per costruire modelli di comprensione e cambiamento. Scopo della “filiera” e della nostra Rete, quindi, è quello di attivare la consapevolezza di essere un cittadino in fieri e di fornire e implementare gli strumenti necessari a rafforzarla, favorendo il processo di maturazione individuale e del gruppo. Le iniziative della “filiera” come Campi della Legalità, Promemoria_Auschwitz.eu, On the Road, MER ecc. possono quindi essere lette anche in chiave di approfondimento l’una dell’altra.

EDUCAZIONE NON FORMALE

La promozione di questo approccio porta ad affrontare questioni trasversali che riguardano contemporaneamente la formazione formale, quella non formale, i diritti umani, l’equità, l’inclusione sociale e lo sviluppo territoriale; in alcuni contesti, tutto ciò assume il nome di “Educazione alla cittadinanza (ad impatto) globale (ECG)”. I progetti attivi in questi ambiti sono esperienze importanti di apprendimento e spazi formativi fondamentali. In questo senso, la consapevolezza di apprendere in tutti i contesti (lifewide learning) e per tutta la durata della propria vita (lifelong learning) sono condizioni necessarie per interpretare la fase storica che viviamo e agire consapevolmente. Porre l’attenzione ai processi di apprendimento a livello di educazione non formale significa anche ragionare su come fare emergere, valorizzare e documentare ciò che si è appreso all’interno di questi progetti in termini di competenze di cittadinanza.

STORIA E MEMORIA

Diverse iniziative di “filiera” portano partecipanti e promotori a ragionare insieme su temi come memoria, diritti umani, conflitti e legalità e che hanno come principale obiettivo quello di contribuire alla formazione del cittadino. Alcune iniziative rientrano nella categoria dei viaggi di memoria (tradizionalmente intesi). Altri escono parzialmente da questo modello.  Tutti i progetti affrontano, invece, il rapporto fra conoscenza di fatti e periodi storici, dei luoghi della storia, che possono essere messe in relazione con la testimonianza ed altre fonti documentali. Consentono di analizzare i processi storici al fine di individuare alcune possibile chiavi di lettura dell’attualità. Le diverse progettualità, ovviamente, prendendo in esame periodi storici e contesti differenti differiscono nella modalità di legare insieme questi elementi. Ogni iniziativa, nella logica circolare propria della filiera, può diventare termine di paragone per le altre e fornire nuove chiavi di lettura. Il complesso di Auschwitz – Birkenau, per esempio, tende ad avere un effetto “unidirezionale” rispetto i partecipanti, mentre a Srebrenica il piccolo gruppo di ragazze e ragazzi che entrano in contatto con quella realtà, hanno l’opportunità di interagirvi e di essere degli elementi attivi e modificanti. Questa caratteristica è legata alla prossimità temporale del periodo storico focus del progetto e dalla fortissima interazione con persone (testimoni e protagonisti) e luoghi (della storia, della memoria e del ricordo), consolidata in questi ultimi dieci anni di attività sul terreno.

METODOLOGIA

Le iniziative di “Filiera” mirano ad indurre il cittadino attivo a farsi promotore di cambiamento e modificazione del contesto in cui vive, utilizzando le diverse esperienze come paradigma e strumento di confronto con alcune questioni fondamentali come, per esempio, i diritti umani, la tutela delle minoranze, il tema del rapporto fra identità e nazione/i, il funzionamento e le responsabilità.

Altro elemento specifico è rappresentato dall’orizzontalità dell’approccio. La relazione all’interno del progetto tende a superare il rigido schema formatore-formato, puntando a rendere i partecipanti capaci (capability), autonomi, critici e riflessivi. Ulteriore elemento caratterizzante  la “filiera” è quello della restituzione dell’esperienza alle comunità di appartenenza. Al termine del viaggio, con il rientro nelle rispettive quotidianità, emerge forte una domanda “E poi?”. In tal senso si è cercato di fornire una “cassetta degli attrezzi“ ai partecipanti al progetto. Gli strumenti di lavoro, sperimentati nel percorso di formazione e nelle esperienze di viaggio possono diventare stimolo a non fermarsi e a continuare a percorrere il lungo sentiero di cittadinanza. Ragionare fin dalla fase progettuale sul tema della restituzione (contenuti e modalità) è diventato quindi, assolutamente strategico: da un lato come momento nel quale costruire un anello di congiunzione che rafforza e unisce, in una cornice di senso comune, le diverse proposte di progettualità di cittadinanza attiva sul ‘900, dall’altro come luogo di sperimentazione e concretizzazione di momenti generativi territoriali che vedono i giovani partecipanti protagonisti nella crescita e formazione culturale e collettiva delle proprie comunità, siano esse Comuni, Associazioni, gruppi informali o scuole. Questo permette inoltre di mantenere vivo il percorso formativo, evitando l’episodicità rappresentata dall’esperienza del viaggio. Il principio è quello di rielaborare ciclicamente ciò che si è appreso e metterlo in relazione con quanto si è imparato prima e dopo l’esperienza: processo che coinvolge accompagnatori e partecipanti assieme, rendendo entrambi più consapevoli del proprio percorso di crescita e cambiamento. L’aspettativa è quella di non ridurre l’apprendimento alla sola sfera emozionale che un’esperienza come questo percorso attiva: bisogna essere messi nelle condizioni di elaborare il proprio vissuto anche sul piano cognitivo e razionale, per evitare che il percorso si fermi ad uno stadio superficiale, ingabbiato nella sola dimensione emozionale. A livello strutturale prevede, similmente ad altri percorsi, tre fondamentali momenti: la fase di preparazione al viaggio in cui viene fornita la cassetta degli attrezzi ad ogni partecipante (in termini di conoscenze, dinamiche, spunti di riflessione, approfondimenti specifici, ecc.), il viaggio e la restituzione alla comunità di appartenenza, tema centrale nella costruzione di iniziative di cittadinanza attiva ed educazione non formale.

NETWORK

La Filiera di cittadinanza mette in relazione progettualità in rete, in un’ottica regionale. Ci operano un pool di organizzazioni  (Arci e Arciragazzi Bolzano, Arci del Trentino, Coop @ltrimondi, AGJD, Deina Alto Adige/Südtirol e Trentino e, con il sostegno delle politiche giovanili delle Province Autonome di Bolzano e Trento e comprende) ed in alcuni casi con risvolti internazionali (per esempio Adopt Srebrenica ed il Centro giovanile culturale OKC Abrašević di Mostar).