Sound Film Festival
Il Festival nasce con l’intento di creare un’esperienza multisensoriale che unisca il meglio del cinema e della musica, offrendo al pubblico un’opportunità unica di esplorare il rapporto tra le due forme d’arte.
Attraverso il linguaggio cinematografico si vuole dare allo spettatore una visione più approfondita di quelle che sono state le vicende che hanno caratterizzato alcuni momenti storici e di vita della musica in Italia.
La prima edizione del festival si terrà al Filmclub il 16,23 e 30 maggio dalle ore 20.30.
Kissing Gorbaciov di Andrea Paco Mariani e Luigi D’Alife – 16/05/2024
Nel 1988 a Melpignano, un piccolo paesino del Salento, avviene un evento storico: per la prima volta delle rock-band sovietiche si esibiscono oltrecortina. Nel Marzo 1989 saranno alcune band italiane, tra le quali i CCCP – Fedeli alla linea, ad esibirsi in Unione Sovietica. L’incredibile storia del tour che riuscì a creare un ponte tra due mondi divisi, attraverso un linguaggio che non ha bisogno di interpreti: la musica.
X Sempre Assenti di Francesco Fei – 23/05/2024
Un film documentario che segue il gruppo rock dei Verdena nella loro vita privata e nella preparazione del tour di “Volevo Magia”, disco che segna il loro rientro sulle scene dopo sette anni di silenzio.
Un’opera unica per capacità di entrare nell’intimità dei protagonisti, all’interno delle loro famiglie, nel profondo delle vite semplici che conducono e dei luoghi isolati dove vivono, ma in grado anche di raccontare la loro vita come rock band.
Il mondo è troppo per me di Vania Cauzillo – 30/05/2024
Un giorno, dal niente, compare su Youtube un video che cambia la storia della musica. Quel giorno il mondo scoprì che l’inventore del tapping, una rivoluzionaria tecnica chitarristica, non era il grande Eddie Van Halen, ma un medico di provincia: Vittorio Camardese.
Da allora, i più grandi musicisti di tutto il mondo hanno voluto saperne di più. “Chi è questo collega sconosciuto? Chi è Vittorio Camardese?”.
Questa è la storia Vittorio, la storia di un genio che ha scelto di non essere un genio.
Vittorio Camardese è un invisibile di grande presenza. Un uomo di cui si rischia di perdere la memoria, ma che invece può raccontare tanto della musica, della responsabilità del talento, della paura del successo, ma anche dell’Italia e delle radici che tengono ancorati al terreno invece di spingersi a prendere il volo e crescere lontano.