L’ERGASTOLANO. LA STRAGE DI PETEANO E L’ENIGMA VINCIGUERRA. Città della Memoria 2022.
Quando?
Giovedi 23 giugno alle ore 18, presso il Cortile del Museo Civico.
In caso di pioggia l’evento si svolgerà presso la Biblioteca Civica Cesare Battisti
Cosa?
Il Circolo Culturale ANPI Franca “Anita” Turra Hans Egarter, Biblioteca Civica Cesare Battisti, ARCI, Centro Pace, in collaborazione con il Museo Civico e la libreria Ubik, con il sostegno degli assessorati alla cultura di Provincia e Comune di Bolzano, promuovono un Dialogo con Paolo Morando sul suo ultimo libro “L’ergastolano. La strage di Peteano e l’enigma Vinciguerra” (Ed. Laterza) con l’autore e Gabriele Di Luca.
SCHEDA LIBRO
Cinquant’anni fa, vicino a Gorizia esplodeva un’auto uccidendo tre carabinieri. Il colpevole di quella che fu chiamata la ‘strage di Peteano’ è Vincenzo Vinciguerra, unico reo confesso di tutta la strategia della tensione, condannato all’ergastolo. Ma è veramente tutto chiarito o esistono ancora delle verità nascoste che meritano di essere raccontate?
La sera del 31 maggio 1972 una telefonata anonima ai carabinieri di Gorizia segnalò la presenza, a Peteano, di una Fiat 500 abbandonata a bordo strada. All’apertura del cofano esplose una bomba, uccidendo i tre carabinieri che la stavano controllando e ferendone un quarto. Di tutte le stragi fasciste, questa è la più singolare per la presenza di un reo confesso: Vincenzo Vinciguerra di Ordine Nuovo. La sua ‘assunzione di responsabilità’ arrivò solo nel 1984, dopo indagini svolte prima in direzione di Lotta Continua, poi verso un gruppo di goriziani, assolti dopo oltre un anno di carcere. In seguito, si scoprì che alti ufficiali dell’Arma (ma la polizia non fu da meno) protessero i neofascisti che avevano ucciso tre loro commilitoni. Anche il segretario del Msi, Giorgio Almirante, fu rinviato a giudizio per favoreggiamento e sfuggì al processo solo grazie a un’amnistia. Oggi Vinciguerra continua a dichiararsi combattente contro lo Stato e non ha mai usufruito di alcun permesso. Con un racconto incalzante, il libro fa luce sugli aspetti ancora in ombra della strage e sullo stesso Vinciguerra, intervistato in carcere, svelando una storia italiana ancora oggi difficile da accettare.
Paolo Morando, giornalista, scrive per “Huffington Post”, “Internazionale”, “Domani”, “L’Essenziale”, sulla rivista “il Mulino” e sul blog “minima&moralia”. Ha contribuito al volume collettaneo Uscire dalla Seconda Repubblica. Una scuola democratica per superare il trentennio di crisi della politica (a cura di Mario Castagna, Carocci 2010) e pubblicato La ricerca che aiuta le persone (il Mulino 2021). Per Laterza è autore di Dancing Days. 1978-1979. I due anni che hanno cambiato l’Italia (2009), ’80. L’inizio della barbarie (2016, finalista al Premio Estense), Prima di Piazza Fontana. La prova generale (2019, Premio Fiuggi Storia, sezione Anniversari) e Eugenio Cefis. Una storia italiana di potere e misteri (2021, finalista al Premio Acqui Storia, Sezione divulgativa
Gabriele Di Luca. Nato a Livorno nel 1967, si è laureato in Filosofia all’Università di Bologna e risiede da più di vent’anni in provincia di Bolzano, dove esercita le professioni d’insegnante e traduttore. Editorialista del quotidiano «Corriere dell’Alto Adige» e «Corriere del Trentino», collabora con il portale d’informazione bilingue «salto.bz» e con il settimanale «ff».